Nudo a colori

Modella: Hérodiade Chatnoir
Fotografo:
Davide Fiammenghi
RCE Foto, Rovigo
Giugno 2021

A inizio estate, cogliendo l’opportunità di una breve finestra tra l’allentamento delle demenziali restrizioni anti Coviddi e l’introduzione del famigerato green pass, ho voluto mettere in pratica gli studi che avevo fatto nei mesi precedenti, chiedendo la collaborazione di Hérodiade Chatnoir. Ho pianificato quattro schemi di luce tramite flash per realizzare alcuni ritratti a colori e in bianco e nero, tutti in piano americano. Il filo conduttore era l’esaltazione delle curve femminili nell’essenzialità del corpo nudo.

Ho scelto di usare i miei flash a slitta Cactus RF60X che, rispetto alla maggior parte dei flash presenti negli studi fotografici, hanno il vantaggio che la regolazione della potenza avviene direttamente dal dorso della fotocamera con il loro ricetrasmettitore V6 II. Inoltre il sistema Cactus ha una potenza minima pari a 1/256, mentre alcuni flash da studio partono da 1/8. Come modellatori uso preferibilmente le softbox perché hanno dispersione di luce quasi nulla e creano negli occhi delle catchlight gradevoli. In questo set ho usato due softbox ottagonali Ø65 cm e Ø90 cm, una softbox rettangolare 22×90 cm, un pannello riflettente 80×80 cm, un ombrello traslucido Ø90 cm, un riflettore Ø18 cm e uno snoot modificato con l’aggiunta di un diffusore interno. Per usare il flash a slitta nella softbox rettangolare era opportuno ruotare la testa di 90°, ho quindi modificato una staffa tipo “S” in modo da accogliere l’intero corpo del flash. Come luci pilota uso delle lampadine led collegate alla rete elettrica.

La fotografia dell’angelo è stata la prima della sessione, ho scelto la posa migliore tra diverse idee ed ho aggiunto in post-produzione il negativo delle ali precedentemente disegnate a carboncino. In studio ho impostato uno schema di luce a loop aperto, luce principale a 45° in softbox Ø65 cm, luce di riempimento 8:1 in softbox Ø90 cm su giraffa, pannello riflettente 80×80 cm (16:1) inclinato di 45° di fronte al soggetto, luce di separazione 8:1 a sinistra in softbox 22×90 cm, luce di separazione 4:1 a destra con ombrello traslucido coerente con la luce principale, luce di sfondo zona III in snoot su cartoncino nero. La luce di riempimento creava delle catchlight nelle pupille ed è stato facile rimuoverle con con Photoshop.

Lo sfondo in cartoncino ha sempre delle increspature e per ottenere questa sfumatura così morbida si è reso necessario smacchiare il nero in post-produzione.

Con un secondo setup pensato per la serie in bianco e nero ho realizzato una foto a colori dello splendido addome della modella. È uno schema a luce di taglio con luce principale a -45° in softbox 22×90 cm, luce di riempimento 16:1 in softbox Ø90 cm su giraffa, pannello riflettente 80×80 cm (16:1) inclinato di 45° di fronte al soggetto, luce di separazione 2:1 a destra in softbox Ø65 cm, luce di sfondo in riflettore Ø18 cm su foschia (ho misurato una zona III sullo sfondo nero). Ho aggiustato le ombre in post-produzione perché fossero ancora leggibili nella stampa.

Nel terzo schema ho mantenuto la stessa disposizione delle luci, ma montando sui flash le gelatine di conversione, Full CTO sulla luce principale, ⅛ CTB sulla luce di riempimento e Full CTB sulla luce di separazione. Il profilo della modella è stato quindi sottolineato da un colore caldo a sinistra e da un colore freddo a destra. Queste due foto sono il risultato di due diverse interpretazioni dei dati catturati dal sensore e dell’aggiustamento della saturazione.

Per la stampa fineart di queste prime quattro fotografie ho scelto la carta Hahnemühle Photo Rag Bright White.

Nella quarta serie ho chiesto alla modella di ungere la pelle ed ho impostato un altro schema a luce di taglio, luce principale a -45° in softbox 22×90 cm con gelatine Full CTO + Oklahoma Yellow, luce contrapposta 8:1 in softbox Ø90 cm con gelatina Smokey Pink, luce d’effetto 4:1 in softbox Ø65 cm su giraffa con gelatine Medium Blue Green + ½ CTB, luce di sfondo zona III in rilfettore Ø18 cm con gelatina Deep Purple su cartoncino nero. Le tre luci sul soggetto erano posizionate in modo da non sovrapporsi, per mantenere forti contrasti e non mischiare i colori. L’azzurro ha dato alla pelle un aspetto quasi metallico.

Pur essendo lo schema più complesso che ho utilizzato in questa sessione, era anche versatile e prevedeva per la modella una discreta libertà di cambiare posa, anche mostrando la schiena.

In queste ultime tre fotografie si può notare che la luce contrapposta era abbastanza intensa da creare delle catchlight negli occhi, mentre luce principale ha creato il triangolo sullo zigomo tipico del Rembrandt short quando la modella aveva la testa chinato.

Per la stampa fineart di questa serie ho scelto la carta Canson Baryta Photographique II.

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